domenica 13 novembre 2011

Sinistra, democrazia e banche

Ieri sera abbiamo assistito all'ennesima dimostrazione di quanto la sinistra sia "democratica": armati di costituzione, oltre che di cartelli ingiuriosi e cappi da forca, si sono recati davanti al Quirinale per linciare, almeno moralmente, il Presidente Berlusconi. Le solite truppe di nullafacenti, mobilitate da Di Pietro, da Vendola, da Bersani per manifestare contro la TAV, contro il G8, contro il nucleare e, naturalmente, contro il governo "fascista" e "dispotico" di Berlusconi. Sempre ieri, dinnanzi al Quirinale, a Palazzo Grazioli, e al Parlamento abbiamo potuto osservare la differenza tra noi e loro: noi armati di bandiera tricolore, dell'Inno di Mameli, loro, invece, di monetine, di cartelli ingiuriosi e dell'immancabile Bella Ciao. Ma, d'altronde, stando a Franceschini, a Bersani e a Diliberto l'italia è finalmente libera dal giogo tirannico berlusconiano (??). 

Parlando seriamente, la mia opinione è che l'Italia sia stata svenduta nella maniera peggiore dal Presidente della repubblica (sovietica) a francesi e banchieri vari. Ci stiamo avvicinando ad una tecnocrazia, che - per mezzo di patrimoniali e ritorno dell'ICI - si prenderà il merito di aver (forse) risollevato le sorti nazionali. L'unica volta in cui, nella nostra storia, sarebbe servito un comunista di ferro come Napolitano al potere, per opporsi a lobby e banche internazionali o europee, è riuscito a cambiare idea diventando improvvisamente il cagnolino della BCE e di Sarkozy. Efficace il commento del Ministro Meloni: "Curiosa questa sinistra che festeggia l'ascesa al potere dei banchieri. Chissà cosa ne penserebbe Marx". Caro presidente, abbiamo capito che lei porta le pantofole ai suddetti individui ma come mai il nuovo governo dovrà essere tutto tecnico con l'eccezione di Amato agli esteri? La maggioranza c'è formalmente e le camere non sono state sciolte. Come diceva Ezra Pound "I politici non sono altro che i camerieri dei banchieri" e negli ultimi giorni ne abbiamo avuto l'ennesima prova.

Tomaso

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