venerdì 28 ottobre 2011

Fini e Sinistra, binomio indissolubile.

Le mutazioni camaleontiche in campo politico attuate da Fini dal '95 ad oggi sono ormai note a tutti, ma il suo ultimo gesto, consumato sulle poltroncine di Ballarò, è quello forse il peggiore. L’ennesimo atto di questa “evoluzione politica” , per parafrasare gli esponenti di FLI, corrisponde infatti alla stretta di mano in diretta televisiva con l’esponente del SEL Nichi Vendola, un uomo che probabilmente Fini stesso, e gli altri ex camerati di FLI, non più tardi di 5 anni fa avrebbero sicuramente schifato, anche solo per l’orecchino sul lobo dell’orecchio destro. "Uno dichiaratamente omosessuale non può fare il maestro, perché sarebbe diseducativo nei confronti dei bambini", tuonava Fini qualche anno fa. Come dimenticare queste dichiarazioni? 
Ci troviamo di fronte ad un uomo che, oggi, stringe accordi con la sinistra, si dichiara favorevole alle coppie di fatto, vuole cancellare la Legge Bossi-Fini perché troppo rigida (ma come? Porta il suo nome!), vuole dare il voto agli immigrati e, naturalmente, non si schioda dalla più alta poltrona di Montecitorio, nonostante la promessa fatta in occasione dell'affaire della casa di Montecarlo, praticamente regalata al cognato.
Ormai, Fini è arrivato ad una tale arroganza e strafottenza da fare propaganda elettorale per il suo partitino, che alle ultime elezioni ha preso l'1,3%, in un salotto televisivo della sinistra-rai, nonostante, come terza carica dello Stato, l’obbligo morale e politico di essere super partes. 
Come dimenticare che, nel 2007, quando Bertinotti - allora Presidente della Camera - manifestò l'interesse a partecipare ad una manifestazione, Fini lo invitò alle dimissioni? 
Ora lui, nello stesso ruolo, partecipa a comizi, raduni di partito e addirittura al teatrino della politica in Tv. Dov’è finito il senso dello Stato e il rispetto per il ruolo istituzionale? Ah già! Viene comodo solo per giustificare le trame di palazzo, e attaccare Berlusconi. Come al solito, come - e peggio - della sinistra. Alla quale, di fatto, Fini appartiene.

Tomaso

venerdì 21 ottobre 2011

Sinistra intolleranza: radicali "stronzi" e "venduti"

Il nuovo nemico del popolo rosso, e, soprattutto, dei suoi dirigenti, sembra essere diventato un ottantenne infaticabile, che da decenni conduce sempre le sue battaglie senza guardare in faccia nessuno: Marco Pannella e la sua pattuglia di deputati radicali. Come è noto, i radicali sono stati protagonisti, nella storia del nostro paese, di importanti battaglie di civiltà, al di là di ogni steccato politico, che si possono condividere o meno, ma che hanno tutte in comune un elemento: assoluta onestà intellettuale e volontà di raggiungere un obiettivo. Ricordiamo le battaglia per i diritti civili, contro il finanziamento pubblico ai partiti, per una giustizia giusta e garantista, e molte altre. 
Il Partito Democratico, con un'alleanza politica, ha candidato e fatto eleggere nelle sue liste 6 deputati e 3 senatori radicali, ma, nel corso della legislatura, non ha mai dato seguito a questa alleanza: da tempo, infatti, il partito guidato da Pannella ha chiesto attenzione per temi come riforma dello stato, amnistia, indulto, eutanasia, ma non è mai stato ascoltato dai dirigenti democratici, impegnati nel vano tentativo di far cadere Berlusconi per mezzo di trame di palazzo, senza pensare ad un programma alternativo.
I deputati radicali, allora, autosospesi dal gruppo del Pd, hanno scelto di rimanere in aula per ascoltare il discorso del premier, evitando l'inutile farsa dell'Aventino per rispetto nei confronti delle istituzioni parlamentari, e hanno votato regolamente contro il governo. Ma questo serio e coerente atteggiamento non si adeguava ai giochetti parlamentari di Bersani e Casini, tanto che la Bindi ha affermato "I radicali sono degli stronzi che galleggiano senz’acqua” ed ha ispirato così i "pacifinti" indignati di piazza, che hanno insultato, sputato e lanciato oggetti a Pannella, reo di aver votato in Parlamento (con il particolare, ripetiamo, che ha votato contro). 
Ma, apriti cielo, ieri sera una delegazione radicale è andata a cena con il premier a Palazzo Grazioli, per dare ascolto alle loro proposte. Come afferma Pannella, "Potremo e dovremo continuare a votare sempre contro il governo. Come abbiamo sempre fatto. Ma nonviolenza significa dialogo e quando si trova qualcuno dall'altra parte che ha deciso di ascoltare a lungo, credo che la nonviolenza imponga, per chi sappia usarla, il dovere della tenuta". 
Il risultato? Insulti, attacchi, accuse di essersi venduto da parte dei soliti "militonti" rossi espressi a gran voce su radio e siti internet. L'ideologia e l'odio verso chiunque non si adegui al loro obiettivo, di eliminare il Presidente del Consiglio, è tale che pensano che un uomo come Pannella, con la sua carriera politica coerente e senza compromessi, si sia venduto, e lo massacrano di violenza fisica e verbale. E poi parlano di confronto, tolleranza, dialogo tra le forze politiche? Falsità, l'unico obiettivo è la caccia all'uomo e la presa del potere. Chi dissente? Cacciato, zittito, confinato, processato nella pubblica piazza della rete. Alla faccia dei "Democratici"

giovedì 20 ottobre 2011

Il centrodestra scelga migliori candidati!

Le elezioni regionali in Molise di domenica e lunedì scorsi, sebbene in un realtà molto piccola, hanno fornito alcune indicazioni importanti anche a livello nazionale. In primis, la vittoria del centrodestra alleato all'Udc, e la debolezza delle liste del centrosinistra, con un Pd sotto al 10%, l'Idv di Di Pietro che a casa sua piomba dal 30% delle elezioni politiche al 9%, ed il partito del meridionale Vendola sotto al 4%. Inoltre, un autentico exploit del candidato "grillino", che, con il 5,6%, intercetta il voto di protesta e di disgusto nei confronti della casta politica, di tutti i colori.
Ma c'è di più. Queste elezioni hanno certificato una tendenza che si verificava già da tempo, in diversi scenari locali, nell'ambito del centrodestra: i candidati governatori, o sindaci, prendono molti meno voti rispetto alle liste che li sostengono: ossia un rilevante numero di elettori vota PDL come partito, ma il candidato della sinistra. In Molise, ad esempio, le liste di centrodestra hanno avuto il 56,4% dei consensi, mentre il candidato Iorio solo il 46,9%: circa il 10% dei voti sono andati al candidato di centrosinistra.
Alle elezioni per il sindaco di Milano a maggio, la Moratti perdeva l'1,7% rispetto alle liste di centrodestra, e poi ha perso le elezioni, come il candidato sindaco del PDL a Cagliari, Fantola, che prendeva 9 punti in meno delle liste. Anche a Napoli, Lettieri al primo turno prendeva 5 punti in meno delle liste, e poi al secondo turno ha clamorosamente perso contro il dipietrista De Magistris.
Finiamo l'elenco per carità di patria, ma tutto questo dimostra che il metodo di scelta dei candidati deve cambiare: non più da parte dei potentati locali, e non solo su indicazione presidenziale. Bisogna sentire la base, perchè anche gli elettori di centrodestra dimostrano volontà di partecipazione attiva alle scelte politiche. Insomma, un metodo di primarie serio: non lasciamo solo alla sinistra il loro utilizzo!

sabato 15 ottobre 2011

INDIGNATI siamo noi!


Roma è in fiamme: non per l'assalto degli unni o dei lanzichenecchi, ma per i nuovi barbari del terzo millennio. Black Block, li chiamano, per distinguerli dal resto dei manifestanti, ma non so se sia così appropriato fare troppe distinzioni. I fatti restano, però: violento lancio di bottiglie, oggetti contundenti e bombe carta contro uffici del ministero della Difesa, vetrine distrutte, auto date alle fiamme, lanci di sampietrini contro le forze dell'ordine, troupe di Sky aggredita, statua della madonna distrutta, feriti e contusi tra forza dell'ordine e manifestanti pacifici, bandiere italiane ed europee bruciate.
Sebbene questa sia solo una frangia, forse una scheggia impazzita del movimento, c'è però da dire che da tempo molti istigano alla violenza. A partire da Di Pietro "Se non si dimette Berlusconi, ci scappa il morto"; gli stessi esponenti di guida della protesta, non hanno mai condannato la violenza senza se e senza ma, rispondendo che "è violenza quella delle forze dell'ordine e quella di questo governo".
Ora, però, è il momento di dire basta a questi manifestanti di professione, che in ogni periodo trovano occasioni per sfogare la loro sete di violenza sulla pelle dei cittadini e delle città. Si è risolta così la crisi mondiale? Chi pagherà i danni? Di questo, davvero, bisogna indignarsi.

venerdì 7 ottobre 2011

Della Valle predica bene e razzola malissimo.

E' proprio vero che, come dice una celebre massima, "il moralista, troppo impegnato a predicare la virtù, difficilmente troverà il tempo di praticarla". Parliamo un po' di un moralista che ha lanciato qualche giorno fa la sua predica, acquistando pagine di giornali: Diego Della Valle. "Politici, ora basta: da voi spettacolo indecente, vergognatevi!", questo il suo anatema. Che, forse, può essere anche condivisibile, ma non contiene nulla su quello che il signor Tod's farebbe al posto dei politici: nessuna proposta, insomma, e nessuna idea nuova. E allora forse possiamo trarre qualche spunto dalla sue esperienze e dal suo lavoro. Per la politica, nota è la sua vicinanza a Mastella: era iscritto all'Udeur e sostenitore dell'ex Ministro della Giustizia, non certo un esempio di una politica di alti principi e valori. Per il lavoro, mi ha sorpreso quello che riportano alcuni quotidiani oggi: le sue scarpe, le Hogan per intenderci, sbandierate come il simbolo del made in Italy, riportano una sorpresa: sono made in Romania. Togliendo lavoro ad operai ed artigiani italiani, perchè, ovviamente, quelli rumeni sono pagati 250 euro al mese, e con meno tutele. Tutti lo fanno, mi si dirà. Certo, ma allora perchè bisogna pagare un paio di scarpe 240 euro, se la manodopera è di pochi euro e non è un prodotto made in Italy? E, soprattutto, da che pulpito viene la predica sprezzante nei confronti della politica? Visto il suo comportamento, i politici possono anche fare schifo, ma Della Valle non è certo migliore.

giovedì 6 ottobre 2011

I giudici sbagliano, noi paghiamo.

La sentenza di Perugia, che ha assolto Amanda Knox e Raffaele Sollecito dall'accusa di omicidio, "per non aver commesso il fatto", di qualche giorno fa, al di là di tutto l'interesse mediatico su un caso più avvincente di un thriller fantasioso, ha fatto emergere un fatto fondamentale. La giustizia italiana non funziona. E' incoerente, lenta, e farraginosa. Due innocenti, innanzitutto, sono stati tenuti in carcere per ben quattro anni. Su che basi? Aver considerato dell'amido di patate su un coltello, Dna, e aver fatto una perizia scientifica con guanti sporchi e tagliati. Ma c'è di più: un'altro indagato, Rudy Guede, che ha scelto il rito abbreviato, è stato invece condannato a 16 anni di carcere per aver commesso l'omicidio in concorso con altri. Altri che, però, per la giustizia non esistono. Forse fantasmi.
Chiaramente, le due persone che per 48 mesi sono state chiuse in carcere e indicate dai media come brutali assassini, hanno intenzione di chiedere un risarcimento, che è probabile consista in cifre elevate. E chiaramente, i responsabili di questi grossolani errori non solo non pagheranno di tasca loro (il risarcimento si prenderà dalle tasse di noi contribuenti), ma non avranno nemmeno penalizzazioni in carriera.