domenica 18 settembre 2011

La politica dei "figli di papà"

Spulciando tra le liste dei candidati alle elezioni regionali del Molise, non può che saltare all'occhio la presenza, nell'Italia dei Valori, guidata da Antonio Di Pietro, di un altro Di Pietro, Cristiano, suo figlio ovviamente. 
Questo, chiaramente, a spese delle personalità che la base del partito aveva individuato come meritevoli di una candidatura: i membri del circolo Idv di Termoli, infatti, denunciano una concezione "privatistica e familistica" e il fatto che la lista del partito di Di Pietro sia formata da candidati "deboli" così da non infastidire il delfino Cristiano. 
Tutti ricordano un caso molto simile, ossia la candidatura e l'elezione di Renzo "Il Trota" Bossi in Consiglio Regionale della Lombardia, sponsorizzato dal padre. Peraltro, in quell'occasione pare che all'interno della Lega lo abbiano tentato di favorire con dossier contro gli altri candidati.
Ma dal tribuno della politica "pulita" proprio non potevamo aspettarcelo... o forse sì, viste altre giravolte e ipocrisie dell'ex pubblico ministero di Mani Pulite. 
Almeno adesso abbiamo capito quali siano i Valori dell'Italia a cui tiene Di Pietro: quelli della famiglia. La sua

sabato 17 settembre 2011

Fabio Fazio: un "precario" milionario

Nell'intervista di oggi a "Repubblica", il popolare conduttore Rai dichiara "distruggono la Rai, anche io mi sento precario". Beh, credo che tutti vorremmo essere precari quanto lo è lui, lavorare per un'ora due sere a settimana, fare qualche domanda con assoluta deferenza e zelo a ospiti regolarmente iscritti al circo del politically correct della sinistra nostrana e - soprattutto - avere guadagni milionari. Il contratto al conduttore gli ha garantito 2 milioni di euro l'anno, per 3 anni dal 2008 al 2011, e nel nuovo contratto la cifra supera i 2,5 milioni l'anno. Senza parlare dei soldi per la produzione, qualcosa come 160 mila euro a puntata. 
Senza dubbio, il volto gentile dei baroni rossi della tv di stato avrebbe fatto bene ad evitare di accostare alla sua condizione il termine "precario": è un insulto per tutti i giovani che non hanno un lavoro sicuro.
Ultima chicca, per Fazio "il servizio pubblico è di tutti" (ma che banalità!) e "sono un aziendalista fino al midollo" ... sì, peccato che, con una deroga più unica che rara, ha il permesso di lavorare anche per una concorrente del servizio pubblico, ossia La7, dove andrà in onda assieme al telepredicatore Saviano. Perchè lui è aziendalista.

venerdì 16 settembre 2011

Ecco il bavaglio rosso: censurato "Falce e carrello"

Dove sono gli indignati? Non protestano contro la mancanza di libertà di espressione? 
Strano, forse perchè ad essere censurato, oggi, è il libro "Falce e carrello", scritto da Bernardo Caprotti, fondatore del gruppo Esselunga, che denuncia gli intrighi di potere, gli interessi e gli affari che intercorrono tra cooperative e giunte rosse in molte realtà d'Italia, dove il suo gruppo si è visto più volte ostracizzato dalla sinistra, in tutte le sue declinazioni: politica, economica, amministrativa. Oltre che, ovviamente, tutte le agevolazioni e i privilegi fiscali: in sintesi, la concorrenza sleale di cui si avvantaggiano le cooperative.
Il Tribunale di Milano, infatti, ha solertemente risposto alla chiamata della Coop. Stabilendo che il libro denigra le cooperative, ha disposto un risarcimento di 300 mila euro, il ritiro del pamphlet dalle librerie e il divieto di reiterarne la pubblicazione e diffonderne gli scritti. Insomma, la censura, roba che ricorda l'Urss staliana o l'indice dei libri. 
La coop sei tu, ma guai se provi a toccarne i privilegi
Da parte mia, pentendomi di non aver ancora letto il libro, andrò a comprarlo il prima possibile, e invito tutti a farlo: non sarà certo sull'altare dell'ideologia sinistra che morirà la libertà di stampa, nonostante questi giudici e queste coop.

Pareggio di bilancio, un'esigenza non rinviabile

Lo scorso 8 settembre il Governo ha approvato un progetto di legge per introdurre nella Costituzione l'obbligo del pareggio di bilancio. In sintesi, si prevede che ogni anno lo stato non può spendere più di quanto incassa. Un principio che ognuno di noi ritiene naturale, se applicato all'economia di una famiglia. Sappiamo, infatti, che - solitamente - chi si indebita non riuscendo ad avere soldi per coprire le spese, di solito va a finire male, perchè poi il prestito va ripagato, e con interessi. Ecco, lo stato italiano, per decenni, ha speso molto di più di ciò che incassava, sperperando denaro pubblico, e oggi noi giovani dobbiamo sostenere sulle nostre spalle un fardello insopportabile, il terzo debito pubblico mondiale.
Inserire nella Costituzione il principio del pareggio di bilancio è una necessità non solo finanziara, per via della crisi in cui ci ritroviamo, ma - soprattutto - etica: non si potranno più aggravare le generazioni future di un ulteriore aumento del debito pubblico, che, già nelle sue abnormi dimensioni odierne, ci grava di alti tassi di interesse da pagare che sottragono soldi per investimenti e diminuzione delle tasse. 
Ovviamente, c'è chi è rimasto indietro trent'anni, nostalgico delle politiche "tassa e spendi" che hanno portato l'Italia nel baratro. Qualche nome? Vendola, nuovo messia della sinistra, ha definito la legge "demenziale", e Cremaschi, leader del sindacato estremo della FIOM, "stupida e mostruosa". Speriamo che il nostro paese non torni nelle mani loro e dei loro compagni.

giovedì 15 settembre 2011

La Dandini ha smesso di parlare. Era l'ora!

A quanto pare, non è stato trovato l'accordo per mandare in onda, anche quest'anno, "Parla con me", programma Rai di Serena Dandini, rossissima come il divanetto simbolo della trasmissione. Finalmente, è la prima cosa che mi viene in mente! Chi ha guardato, per sbaglio, qualche vota, "Parla con me", non avrà notato altro se non faziosità, banalità, e comicità di basso livello a senso unico, quello contro il governo. Ospiti, per la stragrande maggioranza, di sinistra, "intervistati" con domande adoranti da parte della conduttrice, già nobile decaduta.
Tuttavia, non sapevo la cosa più grave: per un programma così sciocco e poco interessante, in seconda serata, con un pubblico limitato, a libro paga della Rai, cioè pagato con i soldi del canone, c'erano 14 autori. Quattordici persone, lautamente stipendiate con i soldi dei contribuenti, per dire alla Dandini che cosa deve fare. Alla richiesta, da parte dell'azienda, di ridurre le spese, in un momento di crisi, la zarina rossa si è opposta. E ora, vedendosi bocciato il programma, urla "E' occupazione politica!". Cosa? Forse si riferisce a quella che, nei palinsesti Rai dello scorso anno, hanno messo in atto i vari Santoro, Travaglio, Floris, Annunziata, Fazio, Berlinguer e via dicendo? 
Liberiamo la Rai dalla faziosità politica di sinistra, e - magari - facciamo sì che abbiano possibilità anche giovani giornalisti in ascesa, i baroni rossi del piccolo schermo hanno ormai fatto il loro tempo.

Si parte!

Eccoci qui, ho deciso di aprire un blog anche io. Mi chiamo Davide, sono un ragazzo di 19 anni, neo studente universitario, vivo a Genova, città che mi ha dato i natali.
Da oggi, quando capita, vorrei dire la mia sull'attualità, su ciò che succede in questo mondo sempre più imprevedibile, e su tutto ciò che mi viene in mente. In modo chiaro, diretto, senza fronzoli, colpendo nel segno senza inutili giri di parole. 
Ci riuscirò? 
Perlomeno ci avrò provato!