domenica 27 novembre 2011

La violenza dei centri sociali impedisce la solidarietà.

A Genova il giovanile del Pdl non sta certo vivendo un bel momento: un esponente minacciato con scritte che ricordano gli anni 70: "Hazet 36 ... dove sei?". Slogan che rievoca quello dell’estrema sinistra degli anni di piombo “Hazet 36 fascista dove sei” in voga nei cortei extraparlamentari per ricordare l’omicidio a sangue freddo, e vigliacco, del giovane esponente del fronte della gioventù barbaramente ucciso sotto casa a suon di chiavate inglesi sulla testa.
Altri esponenti dei Giovani del Pdl sono stati, invece, minacciati e apostrofati in malo modo mentre stavano facendo volantinaggio nelle zone colpite dalla terribile alluvione del 4 novembre, segnalando che il giorno seguente avrebbero consegnato capi di vestiti agli alluvionatiPronta la risposta dei centri sociali, accorsi per costringere i giovani di centro destra a desistere, minacciando di chiamare persone “più anziane ed esperte nella caccia al fascista”. Quale la colpa dei giovani di centrodestra? Avere un simbolo su di un foglio di carta e credere in ceti valori e certi ideali. Naturalmente non si è potuta svolgere l'attività in solidarietà degli alluvionati, che ci hanno rimesso davvero, ma è stato proposto di dare i capi di abbigliamento ed i volantini all’ARCI affinchè provvedessero a continuare l'opera, ma sotto il loro marchio.
I ragazzi della Giovane Italia a Genova non hanno potuto aiutare i concittadini col simbolo del loro partito, mentre i sinistri si. Sembra di essere negli anni 70: zone rosse, zone nere, zone dove non entrare e ora la caccia al fascista

Tomaso

giovedì 17 novembre 2011

Il governo Monti non è di sinistra.

Ho ascoltato con attenzione il discorso del Presidente del Consiglio incaricato, Mario Monti, al Senato. E, devo dire, che sono rimasto soddisfatto della persona e del programma. Lasciamo stare le agiografie e le santificazioni messe in atto dagli organi di stampa di sinistra, probabilmente inconsapevoli della natura assolutamente non di sinistra dell'esecutivo


Apriamo una parentesi. Riccardi, ministro alla Cooperazione Internazionale, è presidente della Comunità di Sant'Egidio, comunità cattolica anticomunista; ministro della Difesa è l'ammiraglio Di Paola, militare ed ex presidente del Comitato di Stato Maggiore della Nato, ministro degli Esteri è Terzi di Santagata, ambasciatore a Washington (non a Pechino), giusto per fare alcuni esempi. Chiusa parentesi.

Il discorso di Monti, in ogni caso, ha delineato le linee programmatiche del suo governo. Auspicare in un suo successo significa sperare in un rilancio dell'Italia, ed è per questo che guardo l'esecutivo con favore, senza pregiudizi. Intanto, Monti ha riaffermato la necessità dell'introduzione in Costituzione del pareggio di bilancio, proposta dal governo in Agosto e che io stesso accolsi con molto favore dalle pagine di questo blog. Inoltre, interventi in linea con la lettera inviata alla Bce, contenimento dei costi della politica e delle società pubbliche, accorpamento di enti locali ed eliminazione delle province, sulla riforma costituzionale già avviata dal Governo Berlusconi. 

Su un argomento spinoso come quello delle pensioni, Monti ha detto che su quelle di vecchiaia il sistema è in linea con le medie europee e sostenibile, ma bisogna eliminare le troppe particolarità e disparità tra i vari settori. Una cosa fondamentale, è stata l'affermazione che la pressione fiscale è troppo alta, in Italia, e che una seria lotta contro l'evasione potrà portare ad una diminuzione delle tasse. Inoltre, il Presidente del Consiglio ha detto che il suo Governo farà una importante riforma del lavoro, perché - attualmente - alcuni sono troppo tutelati, ed altri non hanno tutele. Serve aumentare la produttività, la mobilità e le possibilità di reinserimento, anche per mezzo di una sistematica riforma degli ammortizzatori sociali. 

Mi ha fatto piacere, inoltre, l'accento sui giovani come priorità, per eliminare i vincoli che impediscono di sfruttare il merito individuale ed investire sui talenti italiani

Insomma, i propositi mi paiono essere buoni. Chiaramente, saranno i fatti ad essere decisivi, ma personalmente credo che la direzione sia quella giusta. E, infatti, la solita sinistra "studentesca" e "universitaria", di gente che, in realtà, studia ben poco, è già scesa in piazza stamattina per protestare, a suon di assalti alle banche, alle università private e alle forze dell'ordine, contro il neonato governo. Insomma, vedere che siamo su due posizioni antitetiche mi rassicura, dato che la parte giusta è quella diversa dalla loro.

domenica 13 novembre 2011

Forza, Italia!

Ieri, il Presidente del Consiglio si è dimesso. Con un importante gesto di responsabilità, senza essere stato sfiduciato dal Parlamento, come ha affermato il Presidente Napolitano, ha contribuito ad una positiva risoluzione della crisi politica. E' evidente che il Governo Berlusconi, in carica per tre anni e mezzo, ha cercato di mettere in atto il programma per il quale era stato votato, ma è stato scosso dalle divisioni interne, con scissioni finiane e transfughi, da attacchi mediatici e giudiziari senza precedenti, e - ultimo ma non per importanza - da una crisi internazionale la cui gravità, a detta di molti osservatori, si può solo paragonare con quella del '29. Una crisi partita dagli Stati Uniti, che non vede l'Italia come causa ma che ha coinvolto l'Italia, insieme ad altri paesi europei, e il suo enorme debito pubblico, ereditato dagli anni 70 e 80, che rischia di travolgerci.
E' evidente che, in una situazione normale, la strada più limpida sarebbe stata quella del voto. Elezioni dopo le dimissioni di un governo, per far scegliere agli elettori la guida del paese. Ma non siamo in una situazione normale. Non possiamo permettere ai poteri oscuri della speculazione di provocare il fallimento del nostro paese.
E' per questo che ho apprezzato la disponibilità del Popolo della Libertà a formare un governo di alto profilo per risollevare il nostro paese. Nessuno ha la bacchetta magica, ma la figura di Mario Monti è di altissimo profilo. E' una figura rassicurante per i mercati, ma lo sta diventando anche per i cittadini. E' una figura di fronte alla quale tutti dovranno fare la propria parte senza alibi, per eliminare i privilegi di ogni tipo, come ha detto lo stesso Monti. 
L'Italia è un grande paese, e grandi sono gli Italiani, che devono per questo trovare un profilo di unità e di accordo, superando le divisioni del passato, senza dimenticare le proprie radici ma sapendo che prima di tutto c'è il paese

Sinistra, democrazia e banche

Ieri sera abbiamo assistito all'ennesima dimostrazione di quanto la sinistra sia "democratica": armati di costituzione, oltre che di cartelli ingiuriosi e cappi da forca, si sono recati davanti al Quirinale per linciare, almeno moralmente, il Presidente Berlusconi. Le solite truppe di nullafacenti, mobilitate da Di Pietro, da Vendola, da Bersani per manifestare contro la TAV, contro il G8, contro il nucleare e, naturalmente, contro il governo "fascista" e "dispotico" di Berlusconi. Sempre ieri, dinnanzi al Quirinale, a Palazzo Grazioli, e al Parlamento abbiamo potuto osservare la differenza tra noi e loro: noi armati di bandiera tricolore, dell'Inno di Mameli, loro, invece, di monetine, di cartelli ingiuriosi e dell'immancabile Bella Ciao. Ma, d'altronde, stando a Franceschini, a Bersani e a Diliberto l'italia è finalmente libera dal giogo tirannico berlusconiano (??). 

Parlando seriamente, la mia opinione è che l'Italia sia stata svenduta nella maniera peggiore dal Presidente della repubblica (sovietica) a francesi e banchieri vari. Ci stiamo avvicinando ad una tecnocrazia, che - per mezzo di patrimoniali e ritorno dell'ICI - si prenderà il merito di aver (forse) risollevato le sorti nazionali. L'unica volta in cui, nella nostra storia, sarebbe servito un comunista di ferro come Napolitano al potere, per opporsi a lobby e banche internazionali o europee, è riuscito a cambiare idea diventando improvvisamente il cagnolino della BCE e di Sarkozy. Efficace il commento del Ministro Meloni: "Curiosa questa sinistra che festeggia l'ascesa al potere dei banchieri. Chissà cosa ne penserebbe Marx". Caro presidente, abbiamo capito che lei porta le pantofole ai suddetti individui ma come mai il nuovo governo dovrà essere tutto tecnico con l'eccezione di Amato agli esteri? La maggioranza c'è formalmente e le camere non sono state sciolte. Come diceva Ezra Pound "I politici non sono altro che i camerieri dei banchieri" e negli ultimi giorni ne abbiamo avuto l'ennesima prova.

Tomaso

venerdì 11 novembre 2011

Ritorniamo ai valori, non cambiamo bandiera!

Sono un ragazzo di 16 anni e volevo mettere per iscritto un po' dei miei pensieri da ragazzo curioso che, piano piano, si sta affacciando al mondo della politica, e ha già un suo parere.
Sappiamo tutti che l'Italia come altri paesi sta attraversando un momento di crisi economica, ma non solo! Dal mio punto di vista, forse malato o forse maturo, credo sia una crisi anche di valori. Già, i vecchi valori, quelli che le nostre famiglie hanno cercato di farci assimilare fin da piccoli. L'educazione, che molti non ritengono essenziale. Il valore della famiglia, quella unita e tradizionale, si intente. E, infine, il valore dell'umiltà, trovarne al giorno d'oggi! 
Guardiamo un po' la nostra società; in molti le appioppano questo carinissimo termine: "corrotta". La corruzione, cioè il più grande nemico dei sani valori che dovrebbe avere e rispettare ogni uomo. E oggi? Dove li troviamo i nostri amati valori? Forse li hanno quei santi uomini che pur di restare attaccati alla loro poltroncina tanto comoda e remunerativa fanno cose al limite dell'assurdo? Sono loro quelli che rispecchiano le nostre idee di cittadini italiani? Il governo Berlusconi è caduto, e adesso? Elezioni? Si ma quando? E comunque... ce lo vedete Nichi Vendola stringere la mano a un personaggio di importanza mondiale come ad esempio Obama!? 
Il mio modo di pensare è questo: la Destra deve assolutamente risorgere: con il PDL, guidato da un uomo capace come Alfano, e - magari - con un nuovo partito, composto da gente con le palle che faccia politica seria e cerchi di trasmettere i valori essenziali (io personalmente confido in gente come Alemanno o La Russa). In un momento come questo, ci vuole una risposta forte della destra italiana; bisogna far capire chi deve stare al governo per davvero, anche perchè, diciamocela tutta, la sinistra italiana non ha gli strumenti per governare! E, in effetti, non è nemmeno capace di fare l'opposizione in maniera decente
Facciamo, dunque, passare questo triste momento e risorgiamo in modo deciso con parole e valori che rispecchino davvero noi cittadiniVi invito a non cambiare bandiera, ad essere sempre e comunque fieri dell'Italia e di ciò che siete. Per aspera ad astra!

Giorgio

venerdì 4 novembre 2011

Alluvione a Genova, è tragedia.

Nella mia città sta succedendo una tragedia, la quantità di pioggia caduta oggi su Genova è tale da aver bloccato l'intera città, allagato strade, ferrovie, sottopassaggi, negozi e fondi, ma - soprattutto - aver provocato 7 morti e un numero ancora imprecisato di dispersi. E' davvero avvilente che per un evento atmosferico si debbano piangere dei morti, ancora più triste se donne e bambini. 
Ora non è il momento, ma di sicuro bisogna che le responsabilità vengano a galla. Oggi non si sono chiuse le scuole, alcune delle quali si sono allagate, mentre le autorità consigliavano, alle 13, di non uscire. I genitori dovevano però andare a prendere i figli a scuola. 
Dovunque si sono viste scene di tombini intasati perchè mai puliti, e anche i torrenti della città non erano puliti.
Le piogge erano, però, annunciate. Dire, come ha detto la sindaco Marta Vincenzi, che "la tragedia era imprevedebile", aggiungendo "non me la sento di dare la colpa a nessuno", quando - probabilmente - la colpa dovrebbe semplicemente darla a sè stessa e alla sua giunta, è - lasciatemelo dire - vergognoso. Avesse almeno il buon gusto di tacere.

venerdì 28 ottobre 2011

Fini e Sinistra, binomio indissolubile.

Le mutazioni camaleontiche in campo politico attuate da Fini dal '95 ad oggi sono ormai note a tutti, ma il suo ultimo gesto, consumato sulle poltroncine di Ballarò, è quello forse il peggiore. L’ennesimo atto di questa “evoluzione politica” , per parafrasare gli esponenti di FLI, corrisponde infatti alla stretta di mano in diretta televisiva con l’esponente del SEL Nichi Vendola, un uomo che probabilmente Fini stesso, e gli altri ex camerati di FLI, non più tardi di 5 anni fa avrebbero sicuramente schifato, anche solo per l’orecchino sul lobo dell’orecchio destro. "Uno dichiaratamente omosessuale non può fare il maestro, perché sarebbe diseducativo nei confronti dei bambini", tuonava Fini qualche anno fa. Come dimenticare queste dichiarazioni? 
Ci troviamo di fronte ad un uomo che, oggi, stringe accordi con la sinistra, si dichiara favorevole alle coppie di fatto, vuole cancellare la Legge Bossi-Fini perché troppo rigida (ma come? Porta il suo nome!), vuole dare il voto agli immigrati e, naturalmente, non si schioda dalla più alta poltrona di Montecitorio, nonostante la promessa fatta in occasione dell'affaire della casa di Montecarlo, praticamente regalata al cognato.
Ormai, Fini è arrivato ad una tale arroganza e strafottenza da fare propaganda elettorale per il suo partitino, che alle ultime elezioni ha preso l'1,3%, in un salotto televisivo della sinistra-rai, nonostante, come terza carica dello Stato, l’obbligo morale e politico di essere super partes. 
Come dimenticare che, nel 2007, quando Bertinotti - allora Presidente della Camera - manifestò l'interesse a partecipare ad una manifestazione, Fini lo invitò alle dimissioni? 
Ora lui, nello stesso ruolo, partecipa a comizi, raduni di partito e addirittura al teatrino della politica in Tv. Dov’è finito il senso dello Stato e il rispetto per il ruolo istituzionale? Ah già! Viene comodo solo per giustificare le trame di palazzo, e attaccare Berlusconi. Come al solito, come - e peggio - della sinistra. Alla quale, di fatto, Fini appartiene.

Tomaso

venerdì 21 ottobre 2011

Sinistra intolleranza: radicali "stronzi" e "venduti"

Il nuovo nemico del popolo rosso, e, soprattutto, dei suoi dirigenti, sembra essere diventato un ottantenne infaticabile, che da decenni conduce sempre le sue battaglie senza guardare in faccia nessuno: Marco Pannella e la sua pattuglia di deputati radicali. Come è noto, i radicali sono stati protagonisti, nella storia del nostro paese, di importanti battaglie di civiltà, al di là di ogni steccato politico, che si possono condividere o meno, ma che hanno tutte in comune un elemento: assoluta onestà intellettuale e volontà di raggiungere un obiettivo. Ricordiamo le battaglia per i diritti civili, contro il finanziamento pubblico ai partiti, per una giustizia giusta e garantista, e molte altre. 
Il Partito Democratico, con un'alleanza politica, ha candidato e fatto eleggere nelle sue liste 6 deputati e 3 senatori radicali, ma, nel corso della legislatura, non ha mai dato seguito a questa alleanza: da tempo, infatti, il partito guidato da Pannella ha chiesto attenzione per temi come riforma dello stato, amnistia, indulto, eutanasia, ma non è mai stato ascoltato dai dirigenti democratici, impegnati nel vano tentativo di far cadere Berlusconi per mezzo di trame di palazzo, senza pensare ad un programma alternativo.
I deputati radicali, allora, autosospesi dal gruppo del Pd, hanno scelto di rimanere in aula per ascoltare il discorso del premier, evitando l'inutile farsa dell'Aventino per rispetto nei confronti delle istituzioni parlamentari, e hanno votato regolamente contro il governo. Ma questo serio e coerente atteggiamento non si adeguava ai giochetti parlamentari di Bersani e Casini, tanto che la Bindi ha affermato "I radicali sono degli stronzi che galleggiano senz’acqua” ed ha ispirato così i "pacifinti" indignati di piazza, che hanno insultato, sputato e lanciato oggetti a Pannella, reo di aver votato in Parlamento (con il particolare, ripetiamo, che ha votato contro). 
Ma, apriti cielo, ieri sera una delegazione radicale è andata a cena con il premier a Palazzo Grazioli, per dare ascolto alle loro proposte. Come afferma Pannella, "Potremo e dovremo continuare a votare sempre contro il governo. Come abbiamo sempre fatto. Ma nonviolenza significa dialogo e quando si trova qualcuno dall'altra parte che ha deciso di ascoltare a lungo, credo che la nonviolenza imponga, per chi sappia usarla, il dovere della tenuta". 
Il risultato? Insulti, attacchi, accuse di essersi venduto da parte dei soliti "militonti" rossi espressi a gran voce su radio e siti internet. L'ideologia e l'odio verso chiunque non si adegui al loro obiettivo, di eliminare il Presidente del Consiglio, è tale che pensano che un uomo come Pannella, con la sua carriera politica coerente e senza compromessi, si sia venduto, e lo massacrano di violenza fisica e verbale. E poi parlano di confronto, tolleranza, dialogo tra le forze politiche? Falsità, l'unico obiettivo è la caccia all'uomo e la presa del potere. Chi dissente? Cacciato, zittito, confinato, processato nella pubblica piazza della rete. Alla faccia dei "Democratici"

giovedì 20 ottobre 2011

Il centrodestra scelga migliori candidati!

Le elezioni regionali in Molise di domenica e lunedì scorsi, sebbene in un realtà molto piccola, hanno fornito alcune indicazioni importanti anche a livello nazionale. In primis, la vittoria del centrodestra alleato all'Udc, e la debolezza delle liste del centrosinistra, con un Pd sotto al 10%, l'Idv di Di Pietro che a casa sua piomba dal 30% delle elezioni politiche al 9%, ed il partito del meridionale Vendola sotto al 4%. Inoltre, un autentico exploit del candidato "grillino", che, con il 5,6%, intercetta il voto di protesta e di disgusto nei confronti della casta politica, di tutti i colori.
Ma c'è di più. Queste elezioni hanno certificato una tendenza che si verificava già da tempo, in diversi scenari locali, nell'ambito del centrodestra: i candidati governatori, o sindaci, prendono molti meno voti rispetto alle liste che li sostengono: ossia un rilevante numero di elettori vota PDL come partito, ma il candidato della sinistra. In Molise, ad esempio, le liste di centrodestra hanno avuto il 56,4% dei consensi, mentre il candidato Iorio solo il 46,9%: circa il 10% dei voti sono andati al candidato di centrosinistra.
Alle elezioni per il sindaco di Milano a maggio, la Moratti perdeva l'1,7% rispetto alle liste di centrodestra, e poi ha perso le elezioni, come il candidato sindaco del PDL a Cagliari, Fantola, che prendeva 9 punti in meno delle liste. Anche a Napoli, Lettieri al primo turno prendeva 5 punti in meno delle liste, e poi al secondo turno ha clamorosamente perso contro il dipietrista De Magistris.
Finiamo l'elenco per carità di patria, ma tutto questo dimostra che il metodo di scelta dei candidati deve cambiare: non più da parte dei potentati locali, e non solo su indicazione presidenziale. Bisogna sentire la base, perchè anche gli elettori di centrodestra dimostrano volontà di partecipazione attiva alle scelte politiche. Insomma, un metodo di primarie serio: non lasciamo solo alla sinistra il loro utilizzo!

sabato 15 ottobre 2011

INDIGNATI siamo noi!


Roma è in fiamme: non per l'assalto degli unni o dei lanzichenecchi, ma per i nuovi barbari del terzo millennio. Black Block, li chiamano, per distinguerli dal resto dei manifestanti, ma non so se sia così appropriato fare troppe distinzioni. I fatti restano, però: violento lancio di bottiglie, oggetti contundenti e bombe carta contro uffici del ministero della Difesa, vetrine distrutte, auto date alle fiamme, lanci di sampietrini contro le forze dell'ordine, troupe di Sky aggredita, statua della madonna distrutta, feriti e contusi tra forza dell'ordine e manifestanti pacifici, bandiere italiane ed europee bruciate.
Sebbene questa sia solo una frangia, forse una scheggia impazzita del movimento, c'è però da dire che da tempo molti istigano alla violenza. A partire da Di Pietro "Se non si dimette Berlusconi, ci scappa il morto"; gli stessi esponenti di guida della protesta, non hanno mai condannato la violenza senza se e senza ma, rispondendo che "è violenza quella delle forze dell'ordine e quella di questo governo".
Ora, però, è il momento di dire basta a questi manifestanti di professione, che in ogni periodo trovano occasioni per sfogare la loro sete di violenza sulla pelle dei cittadini e delle città. Si è risolta così la crisi mondiale? Chi pagherà i danni? Di questo, davvero, bisogna indignarsi.

venerdì 7 ottobre 2011

Della Valle predica bene e razzola malissimo.

E' proprio vero che, come dice una celebre massima, "il moralista, troppo impegnato a predicare la virtù, difficilmente troverà il tempo di praticarla". Parliamo un po' di un moralista che ha lanciato qualche giorno fa la sua predica, acquistando pagine di giornali: Diego Della Valle. "Politici, ora basta: da voi spettacolo indecente, vergognatevi!", questo il suo anatema. Che, forse, può essere anche condivisibile, ma non contiene nulla su quello che il signor Tod's farebbe al posto dei politici: nessuna proposta, insomma, e nessuna idea nuova. E allora forse possiamo trarre qualche spunto dalla sue esperienze e dal suo lavoro. Per la politica, nota è la sua vicinanza a Mastella: era iscritto all'Udeur e sostenitore dell'ex Ministro della Giustizia, non certo un esempio di una politica di alti principi e valori. Per il lavoro, mi ha sorpreso quello che riportano alcuni quotidiani oggi: le sue scarpe, le Hogan per intenderci, sbandierate come il simbolo del made in Italy, riportano una sorpresa: sono made in Romania. Togliendo lavoro ad operai ed artigiani italiani, perchè, ovviamente, quelli rumeni sono pagati 250 euro al mese, e con meno tutele. Tutti lo fanno, mi si dirà. Certo, ma allora perchè bisogna pagare un paio di scarpe 240 euro, se la manodopera è di pochi euro e non è un prodotto made in Italy? E, soprattutto, da che pulpito viene la predica sprezzante nei confronti della politica? Visto il suo comportamento, i politici possono anche fare schifo, ma Della Valle non è certo migliore.

giovedì 6 ottobre 2011

I giudici sbagliano, noi paghiamo.

La sentenza di Perugia, che ha assolto Amanda Knox e Raffaele Sollecito dall'accusa di omicidio, "per non aver commesso il fatto", di qualche giorno fa, al di là di tutto l'interesse mediatico su un caso più avvincente di un thriller fantasioso, ha fatto emergere un fatto fondamentale. La giustizia italiana non funziona. E' incoerente, lenta, e farraginosa. Due innocenti, innanzitutto, sono stati tenuti in carcere per ben quattro anni. Su che basi? Aver considerato dell'amido di patate su un coltello, Dna, e aver fatto una perizia scientifica con guanti sporchi e tagliati. Ma c'è di più: un'altro indagato, Rudy Guede, che ha scelto il rito abbreviato, è stato invece condannato a 16 anni di carcere per aver commesso l'omicidio in concorso con altri. Altri che, però, per la giustizia non esistono. Forse fantasmi.
Chiaramente, le due persone che per 48 mesi sono state chiuse in carcere e indicate dai media come brutali assassini, hanno intenzione di chiedere un risarcimento, che è probabile consista in cifre elevate. E chiaramente, i responsabili di questi grossolani errori non solo non pagheranno di tasca loro (il risarcimento si prenderà dalle tasse di noi contribuenti), ma non avranno nemmeno penalizzazioni in carriera.

domenica 18 settembre 2011

La politica dei "figli di papà"

Spulciando tra le liste dei candidati alle elezioni regionali del Molise, non può che saltare all'occhio la presenza, nell'Italia dei Valori, guidata da Antonio Di Pietro, di un altro Di Pietro, Cristiano, suo figlio ovviamente. 
Questo, chiaramente, a spese delle personalità che la base del partito aveva individuato come meritevoli di una candidatura: i membri del circolo Idv di Termoli, infatti, denunciano una concezione "privatistica e familistica" e il fatto che la lista del partito di Di Pietro sia formata da candidati "deboli" così da non infastidire il delfino Cristiano. 
Tutti ricordano un caso molto simile, ossia la candidatura e l'elezione di Renzo "Il Trota" Bossi in Consiglio Regionale della Lombardia, sponsorizzato dal padre. Peraltro, in quell'occasione pare che all'interno della Lega lo abbiano tentato di favorire con dossier contro gli altri candidati.
Ma dal tribuno della politica "pulita" proprio non potevamo aspettarcelo... o forse sì, viste altre giravolte e ipocrisie dell'ex pubblico ministero di Mani Pulite. 
Almeno adesso abbiamo capito quali siano i Valori dell'Italia a cui tiene Di Pietro: quelli della famiglia. La sua

sabato 17 settembre 2011

Fabio Fazio: un "precario" milionario

Nell'intervista di oggi a "Repubblica", il popolare conduttore Rai dichiara "distruggono la Rai, anche io mi sento precario". Beh, credo che tutti vorremmo essere precari quanto lo è lui, lavorare per un'ora due sere a settimana, fare qualche domanda con assoluta deferenza e zelo a ospiti regolarmente iscritti al circo del politically correct della sinistra nostrana e - soprattutto - avere guadagni milionari. Il contratto al conduttore gli ha garantito 2 milioni di euro l'anno, per 3 anni dal 2008 al 2011, e nel nuovo contratto la cifra supera i 2,5 milioni l'anno. Senza parlare dei soldi per la produzione, qualcosa come 160 mila euro a puntata. 
Senza dubbio, il volto gentile dei baroni rossi della tv di stato avrebbe fatto bene ad evitare di accostare alla sua condizione il termine "precario": è un insulto per tutti i giovani che non hanno un lavoro sicuro.
Ultima chicca, per Fazio "il servizio pubblico è di tutti" (ma che banalità!) e "sono un aziendalista fino al midollo" ... sì, peccato che, con una deroga più unica che rara, ha il permesso di lavorare anche per una concorrente del servizio pubblico, ossia La7, dove andrà in onda assieme al telepredicatore Saviano. Perchè lui è aziendalista.

venerdì 16 settembre 2011

Ecco il bavaglio rosso: censurato "Falce e carrello"

Dove sono gli indignati? Non protestano contro la mancanza di libertà di espressione? 
Strano, forse perchè ad essere censurato, oggi, è il libro "Falce e carrello", scritto da Bernardo Caprotti, fondatore del gruppo Esselunga, che denuncia gli intrighi di potere, gli interessi e gli affari che intercorrono tra cooperative e giunte rosse in molte realtà d'Italia, dove il suo gruppo si è visto più volte ostracizzato dalla sinistra, in tutte le sue declinazioni: politica, economica, amministrativa. Oltre che, ovviamente, tutte le agevolazioni e i privilegi fiscali: in sintesi, la concorrenza sleale di cui si avvantaggiano le cooperative.
Il Tribunale di Milano, infatti, ha solertemente risposto alla chiamata della Coop. Stabilendo che il libro denigra le cooperative, ha disposto un risarcimento di 300 mila euro, il ritiro del pamphlet dalle librerie e il divieto di reiterarne la pubblicazione e diffonderne gli scritti. Insomma, la censura, roba che ricorda l'Urss staliana o l'indice dei libri. 
La coop sei tu, ma guai se provi a toccarne i privilegi
Da parte mia, pentendomi di non aver ancora letto il libro, andrò a comprarlo il prima possibile, e invito tutti a farlo: non sarà certo sull'altare dell'ideologia sinistra che morirà la libertà di stampa, nonostante questi giudici e queste coop.

Pareggio di bilancio, un'esigenza non rinviabile

Lo scorso 8 settembre il Governo ha approvato un progetto di legge per introdurre nella Costituzione l'obbligo del pareggio di bilancio. In sintesi, si prevede che ogni anno lo stato non può spendere più di quanto incassa. Un principio che ognuno di noi ritiene naturale, se applicato all'economia di una famiglia. Sappiamo, infatti, che - solitamente - chi si indebita non riuscendo ad avere soldi per coprire le spese, di solito va a finire male, perchè poi il prestito va ripagato, e con interessi. Ecco, lo stato italiano, per decenni, ha speso molto di più di ciò che incassava, sperperando denaro pubblico, e oggi noi giovani dobbiamo sostenere sulle nostre spalle un fardello insopportabile, il terzo debito pubblico mondiale.
Inserire nella Costituzione il principio del pareggio di bilancio è una necessità non solo finanziara, per via della crisi in cui ci ritroviamo, ma - soprattutto - etica: non si potranno più aggravare le generazioni future di un ulteriore aumento del debito pubblico, che, già nelle sue abnormi dimensioni odierne, ci grava di alti tassi di interesse da pagare che sottragono soldi per investimenti e diminuzione delle tasse. 
Ovviamente, c'è chi è rimasto indietro trent'anni, nostalgico delle politiche "tassa e spendi" che hanno portato l'Italia nel baratro. Qualche nome? Vendola, nuovo messia della sinistra, ha definito la legge "demenziale", e Cremaschi, leader del sindacato estremo della FIOM, "stupida e mostruosa". Speriamo che il nostro paese non torni nelle mani loro e dei loro compagni.

giovedì 15 settembre 2011

La Dandini ha smesso di parlare. Era l'ora!

A quanto pare, non è stato trovato l'accordo per mandare in onda, anche quest'anno, "Parla con me", programma Rai di Serena Dandini, rossissima come il divanetto simbolo della trasmissione. Finalmente, è la prima cosa che mi viene in mente! Chi ha guardato, per sbaglio, qualche vota, "Parla con me", non avrà notato altro se non faziosità, banalità, e comicità di basso livello a senso unico, quello contro il governo. Ospiti, per la stragrande maggioranza, di sinistra, "intervistati" con domande adoranti da parte della conduttrice, già nobile decaduta.
Tuttavia, non sapevo la cosa più grave: per un programma così sciocco e poco interessante, in seconda serata, con un pubblico limitato, a libro paga della Rai, cioè pagato con i soldi del canone, c'erano 14 autori. Quattordici persone, lautamente stipendiate con i soldi dei contribuenti, per dire alla Dandini che cosa deve fare. Alla richiesta, da parte dell'azienda, di ridurre le spese, in un momento di crisi, la zarina rossa si è opposta. E ora, vedendosi bocciato il programma, urla "E' occupazione politica!". Cosa? Forse si riferisce a quella che, nei palinsesti Rai dello scorso anno, hanno messo in atto i vari Santoro, Travaglio, Floris, Annunziata, Fazio, Berlinguer e via dicendo? 
Liberiamo la Rai dalla faziosità politica di sinistra, e - magari - facciamo sì che abbiano possibilità anche giovani giornalisti in ascesa, i baroni rossi del piccolo schermo hanno ormai fatto il loro tempo.

Si parte!

Eccoci qui, ho deciso di aprire un blog anche io. Mi chiamo Davide, sono un ragazzo di 19 anni, neo studente universitario, vivo a Genova, città che mi ha dato i natali.
Da oggi, quando capita, vorrei dire la mia sull'attualità, su ciò che succede in questo mondo sempre più imprevedibile, e su tutto ciò che mi viene in mente. In modo chiaro, diretto, senza fronzoli, colpendo nel segno senza inutili giri di parole. 
Ci riuscirò? 
Perlomeno ci avrò provato!